La sanità livornese a misura di donna

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(Fonte : lasettimanalivorno.it)

L’ospedale di Livorno si è posto al centro dell’attenzione pubblica con il convegno: “Breast Unit – La sanità livornese a misura di donna”, riguardante gli interventi di neoplasia al seno, la parola “breast” significa infatti seno, mammella. La giornalista del Tirreno, Ilaria Bonuccelli, ha coordinato gli interventi e ha esordito col dire che il cancro al seno coinvolge tutta la femminilità e l’oncologia plastica non è quindi un elemento secondario per il benessere della donna. L’assessore comunale alla Sanità, Ina Dhimgjni, ha sottolineato come il cancro al seno colpisca sempre più le donne giovani, per questo sarebbe opportuno coinvolgere le scuole in un processo di educazione alla salute.

Il consigliere regionale Francesco Gazzetti ha invece evidenziato che l’oncologia livornese ha una sensibilità che si è sviluppata nel tempo e che deve essere proseguita con gli investimenti già programmati a livello regionale. Il Direttore Sanitario  dell’Asl livornese, dottor Maccari, ha rilevato che la sanità oggi non si basa sulle attrezzature, senz’altro necessarie, ma sulla organizzazione e nella introduzione di nuove metodiche che insieme ad una analisi precoce sono fondamentali nell’accompagnamento della donna con tumore al seno per tutto il percorso della malattia. Luigi Cataliotti, presidente di Senonetwork Italia, in pratica colui che ha creato la Breast Unit, ha messo in risalto che la chirurgia demolitiva-costruttiva deve garantire, a livello nazionale, a tutte le donne di avere pari opportunità di trattamento dalla Sicilia alla Val d’Aosta, superando qualsiasi forma di localismo. I Centri di Senologia (Breast Unit) sono regolati da Leggi Regionali apposite che in modo multidisciplinare e con la collaborazione integrata tra medici e pazienti possono giungere al successo sopra la malattia.

Manuela Roncella, direttrice di Senologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, ha detto che questo è “un giorno importante che ha una sua visibilità a livello regionale perché ci sta a cuore la qualità della vita delle donne”. L’Azienda pisana -ha continuato- svolge opera di formazione di professionisti che devono essere all’altezza di svolgere i propri compiti, professionisti che si integrano a vicenda a partire dallo screening fino al termine della malattia. La ricerca è molto importante, una volta era lasciata a se stessa, mentre ora si tratta di unire esperienze concrete diverse come quelle che si stanno svolgendo a Pontedera. La giornalista ha poi chiesto al Direttore Sanitario il perché dei lunghi tempi di attesa per effettuare una mammografia, il Direttore ha risposto mettendo in rilievo la differenza tra un esame di controllo e la presenza di nodulo patologico, per il primo si può aspettare, per il secondo si attua invece un percorso urgente, inoltre l’ecografia è più esauriente della mammografia.

E’ stata poi la volta del dottor Donato Casella, responsabile della Breast Unit integrata di Livorno-Cecina-Piombino-Elba, che ha ringraziato i chirurghi che prima di lui hanno operato molto bene in questo campo a cominciare dal dottor Viti. Per quanto riguarda l’integrazione con Pisa “abbiamo da imparare molto dalla dottoressa Roncella” e con gli altri centri si sono già costruiti percorsi precisi e funzionali. Da un punto di vista tecnico è opportuno condurre una ricognizione sulle realtà del territorio, come Presidio Ospedaliero abbiamo stabilito delle linee di indirizzo e il prossimo 10 giugno ci siamo dati l’obiettivo di un incontro-confronto con l’Azienda Pisana per uniformare gli interventi. Nicolò Scuderi, Direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia Plastica al Policlinico Umberto I e dell’Università La Sapienza di Roma, ha ricordato come da una chirurgia devastante si è passati ad una chirurgia conservativa-ricostruttiva con lo scopo di dare alla donna la sua identità fisica e con il fine di offrire il meglio a chi ne ha bisogno.

Diego Ribuffo, professore associato di Chirurgia Plastica alla Sapienza ha voluto chiarire che gli interventi di chirurgia ricostruttiva sono a carico del Sistema Sanitario Nazionale, che chirurgia plastica e radioterapia possono convivere e ha espresso sostegno ed entusiasmo per le sinergie che si sono stabilite a Livorno.

Emanuele Cigna, professore associato di chirurgia plastica a Pisa ha risposto alla giornalista che gli chiedeva dell’asportazione del seno richiesto dall’attrice Angiolina Jolie, e ha detto che quando si è di fronte ad un gene che predispone al rischio è opportuno svuotare le mammelle a scopo preventivo, e risparmiando il capezzolo, il cui rischio di recidiva è molto basso, si può arrivare ad un risultato simile a quello che può ottenere un chirurgo estetico. Fabio Ricci, direttore della Breast Unit della Provincia di Latina, ha rilevato che con il Centro di Senologia le donne che vi si rivolgono hanno la certezza delle cure garantendo tutte le donne senza differenze sociali, lo stesso Polo dell’Università della Sapienza garantisce alle donne un percorso di qualità dando loro assistenza fisiatrica e psicologica.

Sono poi intervenute le Associazioni del Volontariato: Loredana Pau, consigliera nazionale di dell’Associazione Europa Donna, ha proiettato un video in cui una donna dice: “quando si salva una donna si salva una famiglia”. Dafne Rossi, presidente dell’Associazione Serena di Siena, ha detto fra l’altro: “sono stata operata al seno da 19 anni, io stessa do una speranza alle donne che mi vedono”.

Maria Rosaria Sponzilli di “Livorno Donna, salute e cultura” ha precisato che la sua associazione ha compiuto numerose iniziative di prevenzione e ha aperto un centro di riabilitazione oncologica. Rita Vatteroni di “Sempre donna Piombino” si è detta convinta della validità della prevenzione, inoltre è stato costituito un gruppo multidisciplinare che aiuta le donne operate a cui possono partecipare anche i famigliari. Al termine sono intervenuti anche Giacomo Allegrini direttore del dipartimento di oncologia livornese, Manrico Bosio responsabile dell’Area Radioterapia e Andrea Bardella responsabile del Centro Senologico di Livorno.

Gianni Giovangiacomo

 

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